Antichi resti dei primi carmelitani

Antichi resti dei primi carmelitani

Beata Vergine Maria del Monte Carmelo

Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
"Gli è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron" Is 35,2.

domenica 13 marzo 2011

1° Domenica di Quaresima Anno A

"Egli mi invocherà e io lo esaudirò;
gli darò salvezza e gloria,
lo sazierò con una lunga vita" (Sl 90, 15-16)

Colletta
O Dio, che conosci la fragilità della natura umana ferita dal peccato,
concedi al tuo popolo di intraprendere con la forza della tua parola il
cammino quaresimale,
per vincere le seduzioni del maligno e giungere alla Pasqua nella gioia
dello Spirito.

La prima cosa che ci salta alla vista di questa prima domenica è questa:
"Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca
di Dio".

Inizia il nostro cammino quaresimale in questa che è detta la domenica
“della tentazione”

La prima lettura è tratta dal libro della Genesi (2,7-9; 3,1-7 ).
Il testo descrive -con un linguaggio anche poetico- il peccato dell’uomo
nel giardino di Eden.
Il desiderio di essere simili a Dio inganna i nostri progenitori. I
versetti riportati in questa liturgia ci presentano solo questo.

Nella seconda lettura, Paolo (Rm 5, 12, 17-19) narra che a causa della
mancanza dei progenitori il peccato è entrato nel mondo.
Ma la grazia in vista di Gesù Cristo ha superato tale caduta, e nel Figlio
siamo stati fatti a immagine di Dio.

La Parola di Dio del ciclo A ha una stretta connessione tra le letture
domenicali: la prima lettura, la seconda e il Vangelo.
Il Vangelo di Matteo (Mt 4, 1-11) ci presenta la tentazione di Gesù nel
deserto.
L’evangelista descrive le sue tre tentazioni a cui fu sottoposto Gesù. E in
lui noi siamo vincitori.
In queste tre tentazioni c'è racchiusa ogni possibile tentazione
dell'uomo: la tentazione del potere, dell’avere e del piacere.
Ma Gesù ci insegna a vincere: con la Parola di Dio, con l’essere sottomessi
al Signore e a Lui solo rendere onore e culto.
Lasciarsi “vincere” dal male, dalle tentazioni significa diventare più
schiavi: schiavi del peccato, di falsi valori e false libertà.
Il Signore si pone davanti a noi, oggi, come il modello da imitare.
Ci insegna ad ascoltare la Parola di Dio, a pregare e a condurre una vita
dignitosa e tranquilla, ci insegna a partecipare ai sacramenti per avere
l’aiuto necessario e superare le prove e le tentazioni.
Gesù ci vuole insegnare ad “ascoltare” la voce dello Spirito quando quella
della carne ci spinge al male.
Ci vuole insegnare a “resistere” alle tentazioni, per provare la nostra
fedeltà a Lui, il nostro amore a Lui.
Il salmista ci fa cantare: Perdonaci Signore, abbiamo peccato (stesso
ritornello del mercoledì delle Ceneri).

Possiamo pregare con il salmo 90/91

Chi abita al riparo dell'Altissimo,
passerà la notte all'ombra dell'Onnipotente.
Io dico al Signore: Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido.

Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dala peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne,
sotto le sue ali troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.

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