Antichi resti dei primi carmelitani

Antichi resti dei primi carmelitani

Beata Vergine Maria del Monte Carmelo

Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
"Gli è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron" Is 35,2.

lunedì 21 giugno 2010

Sulla Tua Parola Getterò Le reti.



“Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”.
Mt 7,5

Come vivere questa Parola?

“La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso” ( Mt 6,22).
Gli occhi: questa finestra aperta sul mondo esteriore per coglierne la bellezza, e sul mondo interiore per manifestarne la profondità! Nel Vangelo si parla spesso di occhi e di sguardi: di Gesù degli apostoli dei curiosi degli affascinati e dei ‘giudicanti’. L'occhio è davvero la lucerna, o la spia, dell'anima. Le emozioni più intense, le passioni più violente, le gioie e i turbamenti più profondi, quelli che non possono essere tradotti in parole sono comunicati con gli occhi. Lungo il corso dei secoli sono cambiate tante cose, ma non è cambiato l'alfabeto degli occhi: sorriso, lacrime, paura, meraviglia, fiducia…sono uguali dovunque. Eppure spesso gli occhi sono usati male! Soltanto una persona psicologicamente matura sa usare bene gli occhi. Gesù è anche in ciò un modello insuperabile. Su tutte le cose egli porta uno sguardo amorevole e attento.
Nel Vangelo di oggi, Gesù ci rivela una malattia spirituale degli occhi: pagliuzza e trave cosa sono? La pagliuzza è il peccato giudicato nel fratello, qualunque esso sia, la trave è il fatto stesso di giudicare.
Gesù denuncia qui una tendenza innata dell'uomo che possiamo rendere plastica con la favola delle due bisacce di Esopo: Ciascun uomo porta due bisacce, una davanti, l'altra dietro, e ciascuna delle due è piena di difetti, ma quella davanti è piena dei difetti altrui, quella dietro dei difetti dello stesso che la porta. E per questo gli uomini non vedono i difetti che vengono da loro stessi, mentre vedono assai perfettamente quelli altrui.
Siamo strani noi umani, possediamo occhi di lince nello scorgere i difetti del prossimo e siamo talpe cieche quando si tratta dei nostri. Dovremmo semplicemente rovesciare le cose: mettere i nostri difetti sulla bisaccia che abbiamo davanti e i difetti degli altri su quella dietro. Dopo tutto, i nostri difetti sono i soli che dipende da noi modificare e correggere.
Oggi nel mio rientro al cuore chiedo al Signore occhi di bontà e di misericordia.
Occhi puri e semplici donami, Signore, perché io ti veda!

La voce di un grande saggio
Disprezzare un singolo essere umano è disprezzare la potenza divina che è in noi e quindi far torto non solo a quell’essere ma, con lui, al mondo intero.
Gandhi

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